CODICE DI AUTOCOMPORTAMENTO

Vademecum promosso da Cedfor con il supporto di  Fare Verde Puglia e Confartigianato, per minimizzare la presenza della plastica nelle aziende aderenti.

Riduciamo la plastica nell’ambiente col motto Privilegia, Usa, Riduci ed Evita.

PRIVILEGIA

Conoscere il modo in cui gli oggetti di plastica vengono smaltiti o dispersi nell’ambiente ci permette di sceglierli in modo più consapevole.

 

Tessuti di fibre naturali

Da studi recenti è emerso che per ogni lavaggio in lavatrice si possono scaricare fino a 700mila microfibre, la maggior parte di origine sintetica, che a causa delle dimensioni ridotte non vengono trattenute dagli impianti di depurazione delle acque reflue e si diffondono nell’ambiente. I tessuti realizzati con le fibre naturali sono più idonei per l’ambiente in quanto rilasciano quantità inferiori di microfibre ed essendo traspiranti sono più adatti anche per il nostro corpo.

Acqua del rubinetto

Per ogni litro di acqua imbottigliata se ne consumano almeno 5 di acqua di processo e si usano 35 g di plastica, pari a 100 cm3 di petrolio, producendo 80 grammi di CO2. Per trasportare una bottiglia di plastica si consumano mediamente circa 20 cm3 di petrolio con emissione di 48 grammi di CO2. Ogni anno in Italia si consumano 270 litri di acqua minerale pro capite, equivalente a 180 bottiglie da 1,5 litri con un impatto ambientale pari a 22 litri di petrolio, 108 litri d’acqua e 23 kg di CO2.

Privilegiare l’utilizzo di depuratori e brocche d’acqua di vetro, è la giusta direzione da prendere, per ovviare tale impatto ambientale.

Cialde per il caffè compostabili

Sono 10 miliardi le capsule per il caffè in plastica vendute nel mondo. Solo queste in Italia producono circa 120mila tonnellate di rifiuti all’anno. Tutto ciò solo per mettere 5 g di polvere di caffè in un imballaggio monouso! Meglio privilegiare cialde biodegradabili oppure l’uso della moka o di altre caffettiere.

 

Prodotti con packaging ridotto, biodegradabile o compostabili, prodotti alla spina e ricariche

Secondo studi ENEA oltre il 17% del packaging rinvenuto sulle spiagge italiane è costituto da materiale utilizzato per avvolgere cibo. Spesso affidiamo al packaging una ragione estetica piuttosto che funzionale “impacchettando” anche ciò che è già “protetto” in natura (come ad esempio la noce di cocco o il melone). Tra i vari tipi di imballaggi, il packaging multi-materiale è difficilmente riciclabile mentre tra quelli più utilizzati vi è il polistirolo espanso (PSE) che a causa della sua bassa densità, non sempre viene riciclato. Evitare, dunque di utilizzare packaging per prodotti che non ne necessitano e privilegiare l’utilizzo di imballaggi di origine vegetale, puntando alle idee innovative come quella dei sacchetti commestibili e compostabili.

USA

Gli oggetti di plastica che utilizziamo nelle nostre azioni quotidiane vivranno con noi e dopo di noi per un periodo più o meno lungo. Nel frattempo, se non correttamente smaltite, si degradano e interagiscono con molecole inquinanti diffuse nell’ambiente che possono essere veicolate nelle varie catene alimentari fino ad arrivare nei nostri piatti.

Contenitori di lunga durata, stoviglie riutilizzabili o biodegradabili

I polimeri più comunemente utilizzati (polipropilene, polietilene, polistirene) per realizzare i contenitori permangono nell’ambiente fino a centinaia di anni. Se non è possibile utilizzare oggetti di lunga durata come quelli di vetro, è preferibile usare oggetti in materiale biodegradabile o compostabile come i biopolimeri (ad esempio quelli derivati da zuccheri).

Shopper bag riutilizzabili, biodegradabili o compostabili

Il consumo mondiale annuale di sacchetti di polietilene è stimato in 500 miliardi. Da studi ENEA è emerso che la maggior parte dei frammenti di plastica ritrovati in mare, nei laghi e lungo le spiagge derivano dalla degradazione di sacchetti di polietilene i cui frammenti (<2,5 cm) rappresentano il 22% dei rifiuti plastici che invadono le nostre spiagge. La maggior parte di essi viene utilizzata una sola volta e poi gettata via. Utilizzare e distribuite shopping bag di stoffa riutilizzabili, o in alternativa utilizzare e commercializzare borse biodegradabili o compostabili. 

Raccolta differenziata

Secondo studi recenti nel 2017 la raccolta differenziata ha registrato un trend positivo con 52,5% (+5% rispetto al 2015), ma siamo comunque in ritardo rispetto all’obiettivo del 65% fissato per il 2012. La raccolta differenziata favorisce il riciclaggio delle plastiche, la riduzione degli impatti sull’ambiente e la sostenibilità economica. Dotarsi di un sistema di raccolta differenziata aziendale, educando i dipendenti/clienti alle giuste scelte di differenziazione. 

Simbologia presente sugli oggetti di plastica

Attenzione ai materiali utilizzati per gli imballaggi: si può imparare a riconoscere i diversi materiali polimerici attraverso la simbologia prevista dalla Direttiva 94/62/CE (art. 219 c. 5) che invita i produttori a indicare le caratteristiche dei materiali utilizzati. Sulle confezioni di plastica, il nastro di Moebius (le tre frecce che si rincorrono formando un triangolo) è il simbolo della riciclabilità, mentre i numeri presenti al suo interno (da 1 a 7) indicano il polimero utilizzato secondo un codice prestabilito che, in alcuni casi, è accompagnato anche da sigle. Addestrare il personale preposto a riconoscere tali sigle e utilizzare materiali in cui è presente tale simbologia, aiuta la gestione della plastica a fine vita.

RIDUCI

Quando facciamo la spesa acquistiamo solo ciò di cui abbiamo bisogno, favorendo uno stile di vita più rispettoso dell’ambiente.

Utilizzo di bottiglie di plastica

le bottiglie di plastica sono state rinvenute nel 92% delle spiagge italiane monitorate (studio ENEA). Per produrre le bottiglie per l’acqua usate in un anno negli Stati Uniti, occorrono 17 milioni di barili di petrolio (mentre il 20% della popolazione mondiale non ha accesso all’acqua potabile). Per portare l’acqua sempre con noi, possiamo utilizzare bottiglie riutilizzabili per un tempo più lungo oppure brocche d’acqua di vetro che possono essere riutilizzate continuamente.

Acquisto di prodotti alimentari freschi già confezionati (ortofrutta, pane, formaggi)

Da studi ENEA il 74 % della plastica rinvenuta nelle acque dei principali laghi italiani è costituita da frammenti spesso riconducibili al packaging e circa il 20% è costituta da PSE. La riduzione di tali prodotti a fronte di prodotti confezionati con packaging più sostenibili è la direzione migliore verso l’etica Plastic Free.

Uso di accendini usa e getta

Da studi ENEA è emerso che gli accendini sono presenti nel 42% delle spiagge italiane monitorate. Sono difficili da riciclare perché costituti da più materiali che vivranno molto a lungo. È preferibile utilizzare quelli ricaricabili.

 

EVITA

Il 97 % dell’acqua del pianeta si trova negli oceani che, oltre a regolare la vita sulla Terra, costituiscono un serbatoio di CO2, determinano il clima e contengono la maggior parte delle specie del pianeta. Eppure oltre 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono in mare ogni anno, trasportati dai fiumi. Se il rifiuto esiste in natura, è solo grazie alla nostra specie: la natura non conosce questo termine.

Cotton fioc nel Wc

I bastoncini per la pulizia delle orecchie gettati nel wc superano gli impianti di depurazione e, attraverso i fiumi, raggiungono il mare. Da una recente ricerca ENEA è emerso che tutte le spiagge italiane sono cosparse di questi bastoncini colorati che si degradano formando microplastiche che rappresentano il 46% degli “oggetti” rinvenuti. Non solo: lungo le spiagge italiane ne sono stati stimati 100 milioni. Se li mettessimo in fila, raggiungerebbero il centro della Terra. Evitare di gettare Cotton Fioc, ed altre tipologie di rifiuto nel Wc.

Cannucce per bere

Le cannucce integre costituiscono l’1,1% dei rifiuti di plastica trovati sui litorali italiani e sono presenti nel 75% delle spiagge monitorate. Le usiamo per pochi minuti, spesso sono a loro volta impacchettate, il loro utilizzo termina lì ma la loro vita e il loro “naufragare” continua per decenni contribuendo poi alla produzione di microplastiche. Dovranno essere sostituite con cannucce biodegradabili

Prodotti usa e getta in genere

La goccia di petrolio che serve per creare un bicchiere di plastica, che si usa per pochi minuti, impiega 70 milioni di anni a formarsi. Riflettiamo sul fatto che si fabbricano oggetti che si utilizzano per pochi minuti con materiali che durano per sempre. L’UE ha proposto nuove regole che introdurranno il divieto di commercializzare alcuni prodotti di plastica: laddove esistono alternative facilmente disponibili ed economicamente accessibili, gli oggetti monouso saranno esclusi dal mercato. Oltre ai bastoncini per le orecchie a alle cannucce, il divieto si applicherà a posate, piatti, mescolatori per bevande e aste per palloncini, tutti prodotti che dovranno essere fabbricati esclusivamente con materiali sostenibili.

Dunque al fine di favorire la sostenibilità ambientale delle spiagge e preservare l’ambiente marino è vietato, nelle aree demaniali marittime pugliesi, l’utilizzo di contenitori per alimenti e bevande, le posate, le cannucce, i mescolatori per bevande non realizzati in materiale compostabile, se monouso.

 

Utilizzo di cosmetici con microplastiche (scrub, creme e dentifrici)

Secondo recenti studi europei, ogni anno si usano oltre 4 mila tonnellate di microsfere (microbead), pari a 17,5 mg pro capite ogni giorno, che non vengono trattenute dai depuratori e si riversano totalmente in mare. Oltre il 90% è costituita da polietilene.  A dicembre 2018 la commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento alla manovra di stabilità che ne sancisce il divieto all’uso a partire dal 2020.

 

Saponi e shampoo

I prodotti cosmetici, riversati in mare, esercitano forti ripercussioni sull’habitat marino. Si stima che ogni giorno si scaricano oltre 2 milioni di tonnellate.
A fronte di ciò, è vietato l’utilizzo di sapone e shampoo, qualora siano utilizzate docce o lavabo non dotati di idonei sistemi di scarico.  La direzione da seguire è quella che va verso prodotti innovativi, i quali possono non solo ridurre l’impatto ambientale dei prodotti chimici, ma anche la presenza di flaconi nell’ambiente. Saponi e shampoo solidi sono un’ottima alternativa a quelli imbottigliati. 

 

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